Il Museo di Storia Innaturale nasce da un progetto basato sull’impianto illuministico della catalogazione e della registrazione scientifica, in un insieme di concetti che hanno generato la stesura della prima e più famosa enciclopedia del mondo. Di quel secolo viene conservato il sapore nel segno color seppia che titola ogni opera, mentre il logo ottocentesco ne sancisce la continuità temporale ma nello stesso tempo sottolinea l’invariabilità dei musei tradizionali (Giancarla Zanutti).
Concepito nel 1990 e in continuo accrescimento, si snoda seguendo un percorso a sale, ciascuna intitolata a diversi campi di indagine scientifica: dall’Antropologia alla Botanica, dall’Entomologia all’Etnologia. Schermato da ricerca scientifica, il vero tema indagato riguarda in realtà, la condizione umana riletta in chiave ironica e ludica, ma non per questo meno ineluttabile.
La sale ospitano umani immobilizzati nel loro status, piante e animali straordinari, dotati di una carica evocativa che li rende a una prima lettura riconoscibili e che si scoprono via via essere intrinsecamente contaminati e contaminanti. Con l’intenzione che l’anomalo venga piuttosto percepito prima che visto.
The Museum of Unnatural History springs from a project based on the enlightened scientific cataloguing concept, in a unity of ideas that led to the first and most famous encyclopaedia in the world. The taste of that century is conserved in the sepia mark that entitles every work of art, while the 19th-century symbol declares temporal continuity and highlights the invariability of traditional museums (Giancarla Zanutti).
Conceived in 1990 and in continuous growth ever since, it unfolds along a hall by hall path, every hall being dedicated to each of the various fields of scientific research such as Anthropology, Botany, Entomology, Ethnology and so on. Under the misleading filter of scientific research, the theme being investigated relates to the human condition, which, although narrated in an ironic and playful key, does not become less ineluctable because of this.
The rooms feature humans immobilised in their status, extraordinary animals and plants that at first sight seem to be recognisable and are then gradually seen to be intrinsically contaminated and contaminating. The aim is that the anomalous is perceived more than seen.