La religione, o meglio la sua icona, è utilizzata come una sorta di linguaggio simbolico, in qualche modo universalmente comprensibile ma senza nessuna sfumatura morale di stampo cattolico. L’intenzione è quindi puramente didascalica ma il risultato è che la condizione dell’uomo – per quanto (o forse perché) fatto a immagine e somiglianza di un dio – si è dimostrata purtroppo, immutabile. Tappeti in silicone, su cui camminare, molli sotto ai piedi come lumache o geografe tracciate su carta, fatte di corpi su corpi, di braccia di gambe di teste, corpi come se ne vedono ovunque, ogni giorno. Più o meno vivi, più o meno morti. Bisogna guardarli tutti insieme per capire che, nonostante tutto è necessario ritrovare la forza dell’indignazione.
Materiali: i tappeti sono in silicone d’addizione e pigmenti. Le geografe piane in plastica luminescente, carta, inchiostro, legno, vetro. I mappamondi in plastica luminescente, poliuretano espanso, carta, inchiostro e legno.
Religion or rather its icon is used as a kind of symbolic language, somehow universally understood but without any Catholic-marked, moral connotation. The intent is therefore purely didactic but the result is that the condition of man – although (or perhaps because) made in the image and likeness of a god – has proved sadly unchanging. Carpets made of silicone on which one can walk, soft under one’s feet like snails or geographies drawn on paper, made of bodies on bodies, arms, legs, heads, bodies such as one sees everywhere, every day. More or less alive, more or less dead. One has to watch them all together to understand that, despite everything, one needs to recover the strength of indignation.
Materials: the carpets are in addition silicone and pigments. Flat geographies are made of luminescent plastic, paper, ink, wood and glass. The globes are in luminescent plastic, polyurethane foam, paper, ink and wood.
1999-2005 | Sala X Etnografia | Hall X Ethnography