La letteratura scientifica tende in genere di far risalire l’origine di esemplari di Bove spinosus a esperimenti clandestini di biogenetica applicata da parte di scienziati senza scrupoli al soldo di grandi multinazionali della farmacologia o dell’alimentazione artificiale. Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni studiosi1 hanno sottolineato la presenza di testimonianze relative ad esemplari simili a quelli da noi oggi conosciuti e classificati col nome di Bove spinosus già in epoca antica, in particolare nel periodo tardomedioevale e quattrocentesco. Da qui l’esigenza di tenere in sospeso la questione delle origini fino a che non sia possibile propendere, con un margine accettabile di plausibilità, per la prima piuttosto che per la seconda ipotesi. Quel che è certo è che alcuni rarissimi esemplari di Bove spinosus sono oggi presenti in alcune zone isolate del territorio sudorientale, in particolare nel Mesentere dorsale e centrale, caratterizzati soprattutto da cumuli di terriccio spugnoso di colore viola-bluastro, del quale gli animali in genere si nutrono e che tendono a considerare, secondo gli etologi che hanno affrontato il problema2, al contempo come la terra-madre, la nutrice e l’origine del proprio sistema-mondo. I robusti e potenti aculei che caratterizzano la tipica “corazza” del Bove spinosus si formano già nella primissima fase della crescita, accompagnata da uno sviluppo del tutto straordinario dell’intelligenza analitica dell’animale. Recenti studi sull’argomento3 hanno infatti potuto dimostrare come il quoziente d’intelligenza del Bove spinosus sia assolutamente superiore a quella di tutti gli altri animali fino a oggi classificati, compresi gli scimpanzé; alcuni esemplari di Bove spinosus, tenuti in cattività e opportunamente addestrati, hanno infatti imparato a leggere, scrivere e far di conto quasi correttamente, salvo poi tornare allo stato originario una volta rilasciati in libertà. Il Bove spinosus è oggi protetto da speciali leggi che ne vietano la caccia, la macellazione e la cattura in tutti i paesi del mondo, in quanto in via di estinzione acelerata e irreversibile. Ugualmente protetta è la coltivazione della Euphorbia Puntuta, la rara e tipica pianta rosata con le punte nere che sempre fa da sfondo agli insediamenti di Bove spinosus, e alla cui crescita la vita dell’animale sembra misteriosamente quanto strettamente legata.
1 Peter Beales, Traces de la presence de Bove spinosus au Moyen Age, in: “Rapports au XIe congrès International des Sciences Historiques”, vol. III, Stockholm 1992
2 Dario Duby, Etica e costume nei mammiferi tecnotestati, in “Rivista di studi etologici”, n° 23, anno XL.
2 Maurice Bataillon, La vie intellectuelle des animaux, Parigi 1990.
The scientific literature, in general, tends to trace back the origin of Bove spinosus to some clandestine experimentations of applied biogenetics, by scientists with no scruples, in the pay of the huge multinational Corporations, in the pharmacological and artificial feeding sectors. In the last years, though, some scholars have emphasized the presence of evidences relevant to specimen similar to those we know of, to-day, and which had been classified under the denomination Bove spinosus, already in the old times, particularly during the late Middle Ages and the fifteenth century. From this, the exigency derives of keeping the question of their origin pending, until it is possible to lean, with an acceptable margin of plausibility, to the first rather than to the second hypothesis. What is for sure is that some rarest specimen of Bove spinosus are present to-day in some isolated areas of the South-eastner Territory, particularly in the ridgy and central Mesentere, mainly characterised by heaps of spongy soil of violet-bluish colour; the animals, in general, feed on them and, according to the ethologists who have tackled the problem, tend to consider them, at the same time, as their mother-soil, their wet nurse and the origin of their own world system .
The robust and powerful prickles which are peculiar of the Bove spinosu'””carapace”, form during the very initial phase of its growth, which is accompanied by an absolutely extraordinary development of the analitical intelligence of the animal. Recent researches on this topic, have in fact come to the conclusion that the Bove spinosus’ I.Q. is by far superior to that of all animals classified as of to-day, including chimpanzee; some specimen of Bove spinosus, properly trained, have in fact learned how to read and write, almost correctly, and a little arithmetics, save returning to their original state, once released back to freedom. Bove spinosus is now protected by special legislations which forbid hunting, slaughtering and capturing it, in all countries of the world, as it is going to become extinct, following an accelerated and irreversible trend. Equally protected is the cultivation of Euphorbia puntuta, the rare and typical pinkish, black pointed plant, which always constitutes the background of the Bove spinosus’ settlements, and whose growth the animal life seems to be misteriously and strictly linked to.
1. Peter Beales, Traces de la presence du Bove spinosus au Moyen Age, in: “Rapports au XI congrès International des Sciences Historique” vol. III, Stockholm 1992
2. Dario Duby, Etica e costume nei mammiferi tecnotestati, in: “Rivista di studi etologici”, n¡ 23, anno XL
3. Maurice Battalion, La vie intellectuelle des animaux, Paris 1990